Alfabeto siddham

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Storia dell'alfabeto

Media età del bronzo XIX secolo a.C.

Meroitico III secolo a.C.
Ogamico IV secolo d.C.
Scrittura mongola 1204 d.C.
Hangŭl 1443 d.C.
Sillabico canadese 1840 d.C.
Deseret 1850 d.C.
Zhuyin 1913 d.C.
Ol Chiki 1925 d.C.
Mandombe 1978 d.C.

Il siddham o più precisamente siddhaṃ (sanscrito सिद्धं, "compiuto" o "perfezionato"; སིད་དྷཾ།; 悉曇文字S, Xītán wénziP; in giapponese 梵字?, bonji, 悉曇?, shittan; cinese medio (Baxter-Sagart): sit-dom mjun-dziH), noto anche nella sua forma evoluta successivamente come siddhamātṛkā, è il nome di un alfabeto dell'India settentrionale usato per scrivere il sanscrito durante il periodo ca. 600-1200 d.C. Deriva dalla scrittura Brahmi attraverso la scrittura Gupta, che diede origine anche all'alfabeto devanagari come pure a numerose altre scritture asiatiche come l'alfabeto tibetano. C'è qualche confusione sull'ortografia: siddhāṃ e siddhaṃ sono entrambi comuni, ma la forma corretta è siddhaṃ. L'alfabeto è un affinamento di quello utilizzato durante l'impero Gupta indiano. Il nome derivò dalla pratica di scrivere la parola siddhaṃ, o siddhir astu ("che ci sia la perfezione") in testa ai documenti.

Il siddhaṃ è un'abugida o alfasillabario piuttosto che un alfabeto, perché ciascun carattere indica una sillaba, ma non include ogni possibile sillaba. Se non è presente nessun altro segno, allora si assume la "a" breve. I segni diacritici indicano le altre vocali, la nasale pura (anusvara) e la vocale aspirata (visarga). Un segno speciale (virama) può essere usato per indicare che la lettera sta da sola senza vocale, che accade a volte alla fine delle parole sanscrite. Vedi i collegamenti sotto per gli esempi.

Storia

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Manoscritto siddhaṃ del Sūtra del Cuore. Biblioteca nazionale di Francia.
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Un primo manoscritto siddhaṃ, datato alla prima metà del VI secolo (il cosiddetto "Manoscritto su foglia di palma di Horiuzi" ["Horiuzi Palm-leaf MSS"] conservato nel monastero di Hōryū-ji, Giappone). Contiene il testo sanscrito del Sūtra del Cuore e dello Uṣṇīṣa Vijaya Dhāraṇī. La riga finale è un alfasillabario siddhaṃ.
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L'uso cinese dell'alfabeto siddhaṃ per il Pratisara Mantra, dalla dinastia Tang posteriore. 927 a.C.

Molti dei testi buddhisti che furono portati in Cina lungo la Via della Seta furono scritti usando una versione dell'alfabeto siddhaṃ. Questo continuò ad evolvere, e variazioni minori si vedono lungo il tempo e in regioni diverse. Aspetto importante, esso fu usato per trasmettere i testi dei tantra buddhisti. Al tempo era infatti considerato importante preservare la pronuncia dei mantra e il cinese non era adatto per scrivere i suoni del sanscrito. Questo portò al mantenimento dell'alfabeto siddhaṃ in Asia orientale. La pratica di scrivere usando il siddhaṃ sopravvisse in Asia orientale dove persistette il Buddhismo tantrico.

Kūkai introdusse l'alfabeto siddhaṃ in Giappone quando ritornò in Cina nell'806, dove studiò il sanscrito con monaci formati a Nālandā, compreso uno noto come Prajñā. Verso il periodo in cui Kūkai imparò questo alfabeto, le rotte commerciali e di pellegrinaggio via terra verso l'India, erano chiuse a causa dell'espansione dell'Impero islamico degli Abbasidi.

In Giappone la scrittura dei mantra e la copia dei sutra usando l'alfabeto siddhaṃ sono ancora praticati nelle scuole esoteriche buddhiste dello Shingon e del Tendai nonché nella setta sincretica dello Shugendō. I caratteri sono conosciuti come shittan (悉曇?) o bonji (梵字? cinese: Fánzi). L'edizione Taisho del Tripiṭaka cinese preserva i caratteri siddhaṃ per la maggior parte dei mantra e i Buddhisti coreani scrivono ancora le sillabe seminali in una forma modificata di siddhaṃ. Una recente innovazione è la scrittura di slogan in lingua giapponese sulle magliette usando il Bonji. Il siddhaṃ giapponese si è evoluto dall'alfabeto originale usato per scrivere i sūtra ed ora è alquanto diverso dall'antico alfabeto.

È più tipico vedere il siddhaṃ scritto con pennelli come la scrittura cinese, e si scrive anche con una penna di bambù; in Giappone, si usa un pennello speciale chiamato bokuhitsu (朴筆? cinese: Bóbǐ) per la calligrafia siddhaṃ formale.

A metà del IX secolo, la Cina sperimentò una serie di epurazioni delle "religioni straniere", tagliando così il Giappone fuori dalle fonti dei testi siddhaṃ. Con il tempo, altri alfabeti, particolarmente il devanagari, sostituirono il siddhaṃ in India, lasciando l'Asia orientale come l'unica regione dove si usa questo alfabeto.

Alfabeto

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Vocali

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Forma indipendente Romanizzato Come diacritico con image Forma indipendente Romanizzato Come diacritico con image
image a image image ā image
image i image image ī image
image u image image ū image
image e image image ai image
image o image image au image
image aṃ image image aḥ image
Forma indipendente Romanizzato Come diacritico con image Forma indipendente Romanizzato Come diacritico con image
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Forme alternative
image ā image i image i image ī image ī image u image ū image o image au image aṃ

Consonanti

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Occlusive Approssimanti Fricative
Tenui Aspirate Sonore Sonore aspirate Nasali
Glottidali image h
Velari image k image kh image g image gh image
Palatali image c image ch image j image |jh image ñ image y image ś
Retroflesse image image ṭh image image ḍh image image r image
Dentali image t image th image d image dh image n image l image s
Bilabiali image p image ph image b image bh image m
Labiodentali image v
Combinazioni nell'alfabeto
image kṣ image aṃ
Forme alternative
image ch image j image ñ image image ṭh image ḍh image ḍh image image image th image th image dh image n image m image ś image ś image v

Combinazioni

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Alfabeto siddhaṃ di Kūkai (774–835)
kkṣ -ya -ra -la -va -ma -na
image k image kya image kra image kla image kva image kma image kna
image rk image rkya image rkra image rkla image rkva image rkma image rkna
image kh
    totale 68 righe.
  • ↑ Le combinazioni che contengono lettere doppie adiacente dovrebbero essere cancellate in questa tabella。
image ṅka image ṅkha image ṅga image ṅgha
image ñca image ñcha image ñja image ñjha
image ṇṭa image ṇṭha image ṇḍa image ṇḍha
image nta image ntha image nda image ndha
image mpa image mpha image mba image mbha
image ṅya image ṅra image ṅla image ṅva
image ṅśa image ṅṣa image ṅsa image ṅha image ṅkṣa
image ska image skha image dga image dgha image ṅktra
image vca/bca image vcha/bcha image vja/bja image vjha/bjha image jña
image ṣṭa image ṣṭha image dḍa image dḍha image ṣṇa
image sta image stha image vda/bda image vdha/bdha image rtsna
image spa image spha image dba image dbha image rkṣma
image rkṣvya image rkṣvrya image lta image tkva
image ṭśa image ṭṣa image sha image bkṣa
image pta image ṭka image dsva image ṭṣchra
image jja image ṭṭa image ṇṇa image tta image nna image mma image lla image vva
Forme alternative di combinazione che contengono ṇ.
image ṇṭa image ṇṭha image ṇḍa image ṇḍha

Sillabe ṛ

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image kṛ image khṛ image gṛ image hṛ image ṅṛ image cṛ image chṛ image jṛ image |jhṛ image ñṛ

Alcune sillabe campione

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image rka image rkā image rki image rkī image rku image rkū image rke image rkai image rko image rkau image rkaṃ image rkaḥ
image ṅka image ṅkā image ṅki image ṅkī image ṅku image ṅkū image ṅke image ṅkai image ṅko image ṅkau image ṅkaṃ image ṅkaḥ

Caratteri tipografici siddhaṃ

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Il siddhaṃ è ancora in gran parte un alfabeto manoscritto. Sono stati fatti alcuni sforzi per creare caratteri per computer, benché fino ad oggi nessuno di questi sia capace di riprodurre tutte le combinazioni consonantiche del siddhaṃ. In particolare, l'Associazione Cinese per i Testi Elettronici Buddhisti ha creato una serie di caratteri siddhaṃ per la loro versione elettronica del Taisho Tripiṭaka, anche se questo non contiene tutte le possibili combinazioni. Anche il software Mojikyo contiene caratteri per il siddham, ma divide il Siddham in diversi blocchi e ha bisogno di caratteri diversi per rendere un documento.

È stato inoltre prodotto un sistema di inserimento del siddhaṃ basato sulla serie di caratteri CBETA, Siddhamkey 3.0.

Unicode

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Il siddhaṃ non è ancora codificato nella norma Unicode. Una proposta per codificare l'alfabeto è stata sviluppata da Anshuman Pandey presentata al Comitato Tecnico Unicode. Il blocco alfabetico è assegnato in via sperimentale all'intervallo U+11580-115FF, come risulta dalla guida dello SMP (Supplementary Multilingual Plane) di Unicode (SMP Roadmap).

Note

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  1. ^ (EN) Journal of Ancient Indian History, D.C. Sircar, 1968. URL consultato il 12 novembre 2023.

Bibliografia

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  • Bonji Taikan (梵字大鑑). (Tōkyō: Meicho Fukyūkai, 1983).
  • Stevens, John. Sacred Calligraphy of the East. (Boston: Shambala, 1995).
  • Van Gulik, R.H. Siddham: An Essay on the History of Sanskrit Studies in China and Japan (New Delhi, Jayyed Press, 1981).
  • Yamasaki, Taikō. Shingon. Il buddhismo esoterico giapponese, traduzione e cura di Michel Gauvain (Roma: Astrolabio Ubaldini, 2015). ISBN 978-8834016961

Altri progetti

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  • image Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su alfabeto siddham

Collegamenti esterni

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  • (EN) Alfabeto siddham su Omniglot, su omniglot.com.
  • (ZH) Esempi di mantra siddham, su siddham.org.
  • (EN) Visible Mantra, un'estesa raccolta di mantra e di alcuni sūtra in alfabeto siddhaṃ
  • (EN) Bonji Siddham Carattere e pronuncia
  • (EN) SiddhamKey Software per inserire i caratteri siddham
Controllo di autoritàNDL (ENJA) 00560862

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