Janis Joplin
| Janis Joplin | |
|---|---|
| Nazionalità | |
| Genere | Rock Blues Soul |
| Periodo di attività musicale | 1962 – 1970 |
| Gruppi | Big Brother and the Holding Company |
| Album pubblicati | 21 |
| Studio | 4 |
| Live | 2 |
| Raccolte | 15 |
| Sito ufficiale | |
Janis Lyn Joplin, più nota come Janis Joplin (Port Arthur, 19 gennaio 1943 – Los Angeles, 4 ottobre 1970), è stata una cantautrice statunitense.
Emerse verso la fine degli anni sessanta come cantante del gruppo Big Brother and the Holding Company e si affermò successivamente come artista solista. La sua carriera fu stroncata dalla morte per overdose, all'età di 27 anni. Rientra perciò anche nel novero del cosiddetto Club 27.
La rivista statunitense Rolling Stone la pone al 46º posto della lista dei 100 artisti più importanti della storia e al 28º della classifica del 2008 dei 100 cantanti più importanti di tutti i tempi. Riconosciuta e ricordata per l'intensità delle sue interpretazioni, nel 1995 è stata inserita nella Rock and Roll Hall of Fame e nel 2005 è stata insignita del Grammy Award postumo alla carriera.
Biografia
| ]Infanzia e studi
| ]
Janis Joplin nacque a Port Arthur in Texas il 19 gennaio 1943 da Dorothy Bonita East (1913-1998), impiegata in un college, e Seth Ward Joplin (1910-1987), ingegnere meccanico della Texaco. Janis aveva due fratelli minori, Michael (1951) e Laura (1949). Adolescente inquieta, si avvicinò al blues e iniziò a cantare nel coro cittadino e ad ascoltare artisti come Leadbelly, Bessie Smith, Odetta e Big Mama Thornton. Mentre frequentava la Thomas Jefferson High School, il suo interesse primario era il disegno e solo successivamente iniziò a cantare blues e folk insieme ad alcuni amici, accompagnandosi con l'autoharp nei club di Austin, Beaumont e dintorni. Si diplomò nel 1960 e passò al baccellierato in arti liberali presso il Lamar State College of Technology (oggi Lamar University) di Beaumont. Vi rimase iscritta fino al 1966 ma frequentò solo 50 ore, anche se nel 1965 sostenne con un profitto quasi massimo (99/100) un esame in problemi sociali. Fu ammessa anche alla Università del Texas ad Austin, senza mai completare gli studi. In quel periodo visse in un edificio comunemente chiamato "The Ghetto" che si trovava al 2812 1/2 di Nueces Street. L'affitto era di 40 dollari al mese.
La carriera
| ]
Il 25 giugno 1964, Janis e Jorma Kaukonen, futuro chitarrista dei Jefferson Airplane, registrarono a North Beach alcuni standard blues. Le session vennero incise con un registratore a bobine mono e includevano sette brani: Typewriter Talk, Trouble in Mind, Kansas City Blues, Hesitation Blues, Nobody Knows You When You're Down and Out, Daddy, Daddy, Daddy e Long Black Train Blues. Sul nastro in sottofondo si ode il suono di una macchina per scrivere, usata dalla moglie di Kaukonen, da cui il titolo poi dato al bootleg: The Typewriter Tape. Altre registrazioni di quei primi anni si possono trovare nella raccolta Janis, The Early Performances del 1974 e Janis del 1993, incluse le tracce What Good Can Drinkin' Do, Mary Jane e No Reason for Livin'.
Dopo quest'esperienza la cantante ritornò a Houston per riprendere gli studi e si unì intanto a un gruppo di country & western, ma venne presto contattata da Chet Helms, impresario musicale texano trapiantato a San Francisco: la formazione dei Big Brother and the Holding Company era alla ricerca di una vocalist, e Helms la incoraggiò a farsi avanti. Joplin ripartì quindi per la California, prese contatto coi Big Brother e si unì a loro.

Stabilitasi a San Francisco, Janis visse prima a North Beach, poi a Haight-Ashbury, quindi stabilì la propria residenza a Larkspur, nella Contea di Marin, più precisamente al 380 W di Baltimore Ave. Con Big Brother and the Holding Company si esibì in diversi concerti presso vari locali californiani e il 17 giugno 1967 partecipò al Festival Pop di Monterey, dove eseguì con personalità una versione indimenticabile del brano Ball and Chain (Big Mama Thornton).
Nel 1968 il gruppo incise il secondo album Cheap Thrills (tra i brani la cover di Summertime di Gershwin e Piece of My Heart) che Rolling Stone colloca al posto 338 nella lista dei 500 album più grandi di sempre e che entrò velocemente nella classifica Billboard e raggiunse la prima posizione, mantenendola per otto settimane.
Nel 1969 Janis iniziò la carriera solista. Come backing band scelse la Kozmic Blues Band con cui pubblicò l'album I Got Dem Ol' Kozmic Blues Again Mama! nel quale fa mostra delle proprie qualità di performer (Kozmic Blues, Little Girl Blue, Maybe, Work Me, Lord).
La sua ricerca e il suo perfezionismo musicale la posero spesso in conflitto con i gruppi con cui si esibiva. La sua seconda band fu la Full-Tilt Boogie Band; l'album Pearl, pubblicato postumo nel gennaio 1971, entrò in classifica direttamente al n. 1, rimanendoci per nove settimane. Il primo singolo tratto dall'album fu Me and Bobby McGee, seguito da brani come Cry Baby, Get It While You Can, Mercedes Benz, Trust Me e My Baby.
Janis condivise apertamente l'ideale Peace & Love che caratterizzò il movimento hippy; partecipò con altri cantanti e gruppi musicali al Festival di Woodstock e al concerto in memoria di Martin Luther King. Il suo stile emancipato fu votato alla difesa dell'uguaglianza fra bianchi e neri e sostenuto da una particolare ammirazione per la musica delle sue cantanti blues preferite. Anche per questo, prima della propria morte acquistò una lapide più dignitosa per Bessie Smith, deceduta a seguito di un incidente stradale.
Nel 1969, dopo il concerto tenuto il 17 novembre a Tampa, in Florida, fu fermata, schedata e denunciata dalle forze di polizia con le accuse di disturbo dell'ordine pubblico e di linguaggio volgare e osceno sul palco; la corte decretò poi in suo favore, in quanto esercitava la libertà di espressione. Durante un concerto a Francoforte, dopo essere stata "assalita" da una sua fan al suo arrivo nella città, la invitò sul palco, poi insistette affinché salissero sul palco anche altri spettatori per ballare e cantare assieme a lei. È lei la protagonista della canzone di Leonard Cohen Chelsea Hotel #2, nella quale il cantautore canadese rievoca una loro fugace storia avvenuta tra le lenzuola del mitico hotel.
La morte
| ]Il 4 ottobre 1970 Janis Joplin fu trovata morta all'età di 27 anni nella stanza di un hotel a Los Angeles. L'esame autoptico stabilì una morte accidentale causata da overdose di eroina. Fu trovata 18 ore dopo il decesso con il viso riverso sul pavimento e fuoriuscite di sangue ormai coagulato dal naso e dalla bocca; il corpo era incuneato fra il comodino e il letto e da ciò si dedusse la mancanza di qualsiasi riflesso teso a evitare ostacoli.
La ricostruzione della dinamica del decesso permise al suo impresario Albert Grossman di riscuotere centomila dollari derivanti da un'assicurazione sulla vita, e negli anni successivi il manager si impegnò a lungo riguardo all'eredità, a favore della famiglia Joplin. Il corpo dell'artista fu cremato al Westwood Village Memorial Park Cemetery e le sue ceneri furono sparse nell'oceano Pacifico.
Vita privata
| ]Durante l'adolescenza, Joplin fu pesantemente maltrattata dai compagni del liceo a causa della sua scarsa avvenenza e dei suoi ideali di uguaglianza fra bianchi e neri (nella cittadina texana dove viveva, la presenza del Ku Klux Klan e del razzismo era molto forte). All'università fu addirittura votata come "uomo più brutto del campus". Le continue vessazioni subite e lo scarso sostegno dei genitori le provocarono ferite che si portò dietro tutta la vita e furono tra le cause principali sia del suo spasmodico bisogno di accettazione e riscatto che dell'abuso di alcool e droga.
Apertamente bisessuale, durante la sua breve vita ebbe numerosi amanti più o meno famosi di entrambi i sessi. Tra di essi vi furono Leonard Cohen, Kris Kristofferson, Country Joe McDonald, Jimi Hendrix. Apparentemente non ebbe relazioni con donne famose; quella più lunga e importante fu con l'amante Peggy Caserta, groupie e spacciatrice di lusso. Janis si fidanzò brevemente nel 1965 con Peter De Blanc e nel 1970 con lo scrittore Seth Morgan. Nei primi mesi del 1970 ebbe una relazione con David Niehaus, un giovane insegnante incontrato a Rio de Janeiro. La relazione non durò a lungo per l'impossibilità di Niehaus di tollerare il consumo di eroina di Joplin e il suo rapporto con Peggy Caserta. Durante il periodo in cui Janis cercò di ripulirsi dall'eroina, gli scrisse una lettera per tentare un riavvicinamento, presumibilmente prima del fidanzamento con Morgan. La risposta di Niehaus, in cui accettava di riprendere il rapporto, arrivò troppo tardi: il telegramma non letto fu ritrovato alla reception la mattina seguente la morte di Joplin.
Discografia
| ]
Con i Big Brother and the Holding Company
| ]Album in studio
| ]- 1967 - Big Brother and the Holding Company
- 1968 - Cheap Thrills
Solista
| ]- 1969 - I Got Dem Ol' Kozmic Blues Again Mama!
- 1971 - Pearl
Album live
| ]- 1983 - Cheaper Thrills
Singoli
| ]- 1968 - Piece of My Heart/Summertime
- 1969 - Maybe/Work Me, Lord
- 1969 - Try (Just a Little Bit Harder)/One Good Man
- 1969 - Try (Just a Little Bit Harder)/Little Girl Blue
- 1969 - Kozmic Blues/Little Girl Blues
- 1970 - Get It While You Can/Move Over
- 1970 - Cry Baby/Mercedes Benz
- 1970 - Me and Bobby McGee/Half Moon
- 1971 - Me and Bobby McGee/Get It While You Can
- 1972 - Down on Me/Bye, Bye Baby
Album dal vivo
| ]- 1972 - Joplin in Concert
- 1975 - Live in Honolulu
- 1976 - Wicked Woman
- 1982 - Farewell Song
- 1996 - Summertime: Live in Amsterdam
- 1998 - Live at Winterland '68
- 2009 - The Woodstock Experience
- 2012 - Live at Carousel Ballroom 1968
Raccolte
| ]- 1971 - The Great Janis
- 1973 - Janis Joplin's Greatest Hits
- 1975 - Janis
- 1977 - The Greatest Hits Of
- 1980 - Anthology
- 1993 - Janis
- 1995 - 18 Essential Songs
- 1997 - Absolute Janis
- 1998 - The Ultimate Collection
- 1999 - Box of Pearls
- 1999 - Janis Joplin's Greatest Hits (Bonus Tracks)
- 2000 - Super Hits
- 2001 - Love, Janis
- 2003 - Very Best of Janis Joplin
- 2003 - The Essential Janis Joplin
- 2004 - Janis Soundtrack
- 2004 - The Collection
- 2005 - Collections
- 2007 - Very Best of Janis Joplin
- 2010 - Playlist: The Very Best of Janis Joplin
- 2012 - The Pearl Sessions
- 2012 - Move Over 7"
- 2012 - One Night with Janis Joplin
- 2016 - Janis: Little Girl Blue
Box set
| ]- 1999 - Box of Pearls (The Janis Joplin Collection)
- 2012 - Janis - The Classic LP Collection
Filmografia
| ]- Janis, film del 1974 diretto da Howard Alk
- Janis, film del 2015 diretto da Amy J. Berg
Note
| ]- (EN) Richie Unterberger, Janis Joplin Biography, su AllMusic. URL consultato il 15 settembre 2011.
- ^ 100 Greatest Artists, su rollingstone.com, Rolling Stone. URL consultato il 12 novembre 2016.
- ^ (EN) 100 Greatest Singers of All Time, su rollingstone.com, Rolling Stone. URL consultato il 12 novembre 2016.
- (EN) Janis Joplin - Biography, su rollingstone.com, Rolling Stone. URL consultato il 13 settembre 2011.
- ^ Intervista con Chris Strachwitz riportata in Alice Echols, Graffi In Paradiso - La Vita ed i Tempi di Janis Joplin, Arcana, p.269, 2005.
- ^ I genitori si sposarono il 20 ottobre 1936, Janis nacque alle 9:30 del mattino. In Edward Willett, Janis Joplin: Take Another Little Piece of My Heart, p. 14, Enslow Publishers, Inc, 2008, ISBN 978-0-7660-2837-1.
- ^ (EN) Elizabeth Robinson, Notable alumni who attended Lamar University, in Beaumont Enterprise, 15 dicembre 2016. URL consultato il 21 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2018).«JANIS JOPLIN, Singer. Attended Lamar from 1960-66 on and off - completed 50 hours toward a BA in Liberal Arts».
- ^ (EN) Janis Joplin's College Blue Book exam on Social Problems, su JanisJoplin.net. URL consultato il 21 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 20 giugno 2009). Immagini e trascrizione del tema d'esame.
- ^ Edward Willett, Janis Joplin: Take Another Little Piece of My Heart, Enslow Publishers, Inc, 2008, p. 40, ISBN 978-0-7660-2837-1.
- ^ Laura Joplin, Love, Janis, Villard Books, 1992, p. 92, ISBN 978-0-679-41605-0.
- ^ Jonathan Cott, David Dalton. Janis And London Come Together, Rolling Stone, 31 maggio 1969, 6.
- ^ Deborah Landau, Janis Joplin, her life and times, pag 113, Paperback Library, 1971.
- ^ (EN) janisjoplin.net, foto e indirizzo della casa, su janisjoplin.net (archiviato dall'url originale il 25 settembre 2011).
- ^ (EN) 500 Greatest Albums of All Time, su rollingstone.com, Rolling Stone. URL consultato il 12 novembre 2016.
- ^ (EN) Richie Unterberger, I Got Dem Ol’ Kozmic Blues Again Mama!, su allmusic.com, Allmusic. URL consultato il 14 settembre 2011.
- ^ Insieme a John Hammond e Juanita Green, Si trattava della sua musa ispiratrice. L'epitaffio che fece incidere fu «The greatest blues singer in the world will never stop singing» in Robert C Cottrell, Icons of American Popular Culture: From P.T. Barnum to Jennifer Lopez, pag 104, M.E. Sharpe, 2009, ISBN 978-0-7656-2299-0.
- ^ Al Curtis Hall di Tampa, in Jay Warner, On this day in music history, pag. 322, Hal Leonard Corporation, 2004, ISBN 978-0-634-06693-1., le oscenità erano rivolte anche contro le forze di polizia presenti al concerto, in Francis H. Voelker, Ludmila A. Voelker, Mass media: forces in our society, pag. 140, Harcourt Brace Jovanovich, 1972, ISBN 978-0-15-555118-3., info contenute nel testo Raynal Pellicer, Mug shots: an archive of the famous, infamous, and most wanted, Abrams, 2009, ISBN 978-0-8109-2109-2.
- ^ «Janis called people up on stage to feel and touch and love her» L'episodio, raccontato da un ex soldato è presente in Edward Willett, Janis Joplin: Take Another Little Piece of My Heart, pp. 97-98, Enslow Publishers, Inc, 2008, ISBN 978-0-7660-2837-1.
- ^ Larry Starr, Christopher Waterman, Jay Hodgson, Rock: A Canadian Perspective, pag. 216, Oxford University Press, 2008, ISBN 978-0-19-542761-5.
- ^ (EN) Janis Joplin biography, su janisjoplin.net, janisjoplin.net. URL consultato il 14 settembre 2011.
- 3 things you never knew about Janis Joplin, su rocknuts.net. URL consultato il 24 maggio 2017 (archiviato dall'url originale il 2 agosto 2016).
- ^ Jussin Franchina, Janis for ever – Un documentario mette a nudo i fantasmi di Janis Joplin: Insicura, bullizzata e ossessionata dal suo Texa, su m.dagospia.com, dagospia.com, 23 novembre 2015. URL consultato il 15 gennaio 2021.
- ^ Janis Joplin - Morire di business (O. Farcale), p. 88.
- ^ kainowska.com, https://www.kainowska.com/sito/janis-joplin-il-sesso-lo-stile-la-droga-il-lato-oscuro/.
- ^ (EN) Mick Brown, How never-seen-before letters reveal the inner world of Janis Joplin, su The Telegraph, 28 gennaio 2016. URL consultato il 16 dicembre 2024 (archiviato dall'url originale il 4 luglio 2017).
- ^ Janis, su il Davinotti. URL consultato il 16 dicembre 2024 (archiviato il 7 dicembre 2023).
Bibliografia
| ]- Alice Echols, Graffi in paradiso. La vita e i tempi di Janis Joplin, Arcana, 2010, ISBN 978-88-6231-165-6
- Amburn, Ellis (1995). Pearl. The obsessions and passions of Janis Joplin; a portrait. New York: Warner Books, 368 pages. ISBN 0-7515-0856-X
- Dalton, David (1991). Piece of My Heart. A portrait of Janis Joplin. New York: Da Capo Press, 284 pages. ISBN 0-306-80446-8
- Friedman, Myra (1992). Buried Alive: The Biography of Janis Joplin. New York: Crown Publishing Group, 400 pages. ISBN 978-0-5175-8650-1
- George-Warren, Holly (2019). Janis: Her life and music. New York: Simon & Schuster, 400 pages. ISBN 978-1-4767-9310-8
- Landau, Deborah (1974). Janis Joplin. Her life and times. New York: Warner Books, 160 pages.
- Gottfried Blumenstein: Janis Joplin. Biographie einer Rocksängerin. Musikverlag Lied der Zeit, Berlin 1988, ISBN 3-7332-0040-3
- Axel von Cossart (Hrsg.): Janis Joplin. Revolte, Musik, Legende. Voco-Edition, Köln 1991, ISBN 3-926566-00-0
- Thomas Dittrich: Janis Joplin. Asche ins Meer. In: Siegfried Schmidt-Joos (Hrsg.): Am Ende des Regenbogens. Judy Garland, Billie Holiday, Édith Piaf, Janis Joplin. Ullstein, Frankfurt am Main 1985, ISBN 3-548-36516-7
- Myra Friedman: Die Story von Janis Joplin („Buried Alive“). Hannibal-Verlag, St. Andrä-Wördern 2002, ISBN 3-85445-169-5
- Heinz Geuen: Janis Joplin. Hemmungslos das Leben spüren. 2. Auflage. Econ Ullstein List Verlag, München 2001, ISBN 3-548-60185-5
- Holly George-Warren: Janis Joplin – Nothing left to lose; die Biographie. Droemer, München 2019, ISBN 978-3-426-27730-0
- Laura Joplin (Janis’ Schwester): Love, Janis. Ein wildes kurzes Leben; Biographie mit unveröffentlichten Briefen. Heyne, München 1995, ISBN 3-453-09207-4
- Ingeborg Schober: Janis Joplin. Dtv, München, 2002, ISBN 3-423-31065-0
- Сооке, John Byrne. Na cestě s Janis Joplin. Překlad Gita Zbavitelová. Praha: 65. pole, 2016. 403 s. ISBN 978-80-87506-79-0
Voci correlate
| ]- Club 27
Altri progetti
| ]
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Collegamenti esterni
| ]- Janis Joplin / JanisJoplinVEVO (canale), su YouTube.
- Joplin, Janis, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Joplin, Janis, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Gillian G. Gaar, Janis Joplin, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Janis Joplin, su enciclopediadelledonne.it, Enciclopedia delle donne.
- (EN) Opere di Janis Joplin, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Janis Joplin, su Goodreads.
- Janis Joplin, su Discografia nazionale della canzone italiana, Istituto centrale per i beni sonori ed audiovisivi.
- Janis Joplin, su Last.fm, CBS Interactive.
- (EN) Janis Joplin, su AllMusic, All Media Network.
- (EN) Janis Joplin, su Discogs, Zink Media.
- (EN) Janis Joplin, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
- (EN) Janis Joplin, su SoundCloud.
- (EN) Janis Joplin, su Billboard.
- Registrazioni audiovisive di Janis Joplin, su Rai Teche, Rai.
- Janis Joplin, su MYmovies.it, Mo-Net s.r.l..
- Janis Joplin, su Comingsoon.it, Anicaflash.
- (EN) Janis Joplin, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) Janis Joplin, su Rotten Tomatoes, Fandango Media, LLC.
- (EN) Janis Joplin, su TV.com, Red Ventures (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2012).
- (EN) Janis Joplin, su Internet Broadway Database, The Broadway League.
- (DE, EN) Janis Joplin, su filmportal.de.
- (EN) Sito su Janis Joplin, su janisjoplin.net.
- (EN) Induction Year: 1995 Rock And Roll Hall Of Fame, su rockhall.com. URL consultato il 20 maggio 2009 (archiviato dall'url originale il 17 gennaio 2010).
| Controllo di autorità | VIAF (EN) 7574301 · ISNI (EN) 0000 0000 8086 9937 · SBN VEAV015252 · Europeana agent/base/60086 · ULAN (EN) 500335882 · LCCN (EN) n50038070 · GND (DE) 118849840 · BNE (ES) XX940331 (data) · BNF (FR) cb138957526 (data) · J9U (EN, HE) 987007441257705171 · NSK (HR) 000455224 · NDL (EN, JA) 00620898 · CONOR.SI (SL) 12513891 |
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