Navetta portaincenso
La navicella è il contenitore per l'incenso da utilizzare durante le celebrazioni liturgiche e in altre celebrazioni di preghiera delle Chiese di tradizione latina e anglicana. Meno frequentemente lo stesso oggetto è chiamato navicella per l'incenso, navetta per l'incenso, navetta portaincenso, o navetta.
Il nome deriva dalla forma tradizionale simile allo scafo di una nave. Etimologicamente il termine navicella deriva dal latino navicĕlla, che significa "piccola nave", il termine navetta deriva dal francese navette con lo stesso significato di "piccola nave".
Storia
| ]Fino al IX secolo non esisteva alcun portaincenso specifico da usare nelle celebrazioni. Inizialmente il contenitore aveva la forma di una torre e successivamente quella di una coppa, chiamata acerra, che fu in uso fino al XIII secolo, quando - come attestano alcuni inventari di quel secolo - venne sostituita dalla navicella, un portaincenso a forma di piccola nave a simboleggiare la navicula Petri, cioè la Chiesa. Nel XIV e XV secolo la navicella aveva un profilo quasi a mezzaluna, caratterizzata da una coppa stretta e allungata.
L'uso della navicella si diffuse a partire dal XV secolo. Nei secoli successivi la coppa divenne più larga, fino ad assumere la forma di una nave pesante, detta navicella a galeone, riccamente decorata con statuine e balaustre in epoca barocca, qualche volta decorata con figure allegoriche.
Nel XIX secolo la forma della navicella subì una sorta di stilizzazione, assimilandosi a quella della lucerna con un becco appuntito al posto della prua e una grande voluta in luogo della poppa.
Descrizione
| ]Non esistono norme specifiche per la navicella, che è realizzata prevalentemente in metallo di solito argentato o dorato, e più raramente in cristallo.
La navicella è costituita di un piede, un fusto, e una coppa a forma di piccola nave. La coppa è chiusa nella parte superiore da un coperchio oblungo costituito di due valve simmetriche incernierate al centro, delle quali di solito una sola si apre verso l'alto, ma a volte entrambe. All'estremità delle valve apribili vi è un pomello, una levetta o piccoli ganci per facilitare l'apertura della coppa.
Attualmente sono prodotte navicelle anche di forma circolare e quadrata. Accessorio della navicella è il cucchiaino per incenso, qualche volta unito a questa con una catenella. Navicella, cucchiaino e turibolo fanno parte del servizio per l’incensazione, il quale solo in epoca tarda, è andato a comporsi come un corredo omogeneo per stile e materiali usati, come avviene tuttora. Pregevoli realizzazioni sono state realizzate nei secoli e si possono ammirare nei Musei di Arte sacra.
Utilizzo
| ]L'incenso si mette nella navicella per essere poi infuso col cucchiaino sui carboni che ardono nell'incensiere o turibolo.
Nelle celebrazioni la navicella viene affidata a un ministrante detto navicelliere o naviculario e in sua assenza al turiferario.
Galleria d'immagini
| ]Le seguenti immagini vogliono documentare i diversi materiali di manifattura e le forme nel corso dei secoli.
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Navicella in rame, XIV secolo, manifattura aretina. - Navicella in ottone, 1500-1510 circa, Chiesa di San Jacopo a Voltiggiano di Montespertoli (Firenze).
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Navicella di forma circolare in argento, 1760 circa, Duomo di Trento. -
Navicella a galeone in argento, 1719-1755 circa, da Baia (Brasile) ora nel Museo Nazionale di Soares dos Reis, Porto (Portogallo). -
Navicella in argento, manifattura veronese, 1800-1850 circa, Duomo di Trento. -
Navicella di forma circolare e recente fattura, Cappella di Cristo Re in Sansbbury (Columbus, Università Cattolica dell'Ohio, U.S.A.).
Note
| ]- ^ Entrambi i termini "navicella" e "navetta" sono attestati in Emmanuele Rocco, Vocabolario domestico italiano per ordine di materie compendiato dai lavori di Carena, Guacci e Taranto, Melga, Fanfani, Ec., Napoli, Domenico e Antonio Morano, 1869, p. 208. URL consultato l'8 marzo 2021. Il termine navicella è usato per lo più in ambito liturgico, il termine navetta è meno frequente in ambito liturgico e per lo più è usato per indicare navicelle francesi (in francese, infatti, si dice navette). Le locuzioni navicella portaincenso e navetta portaincenso si trovano spesso nei cataloghi dei musei, anche per distinguere l'oggetto da altri simili come i bronzetti nuragici a forma di navicella; infine le locuzioni navicella per l'incenso e navetta per l'incenso sono usate in relazione alla corrispondente espressione inglese incense boat (= nave per l'incenso).
- ^ Vedi voce navicella, in Il nuovo De Mauro, su Internazionale, Internazionale spa.
- ^ Vedi voce navétta, in Vocabolario online Treccani, su Treccani, Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A.
- ^ Cfr. Sonia Maffei, Linda Gandolfo, Valeria Masili, Assunta Spina, Oreficeria del Museo di Arte Sacra di Camaiore [Lucca], sezione Navicella: struttura, tecnica e funzione, su MASC Museo d'Arte Sacra di Camaiore. Le Autrici aggiungono che nel cristianesimo la nave è simbolo di salvezza per l’uomo. Tale significato affonda le radici nell’Antico Testamento con Noè (Genesi 6,5-9,15), la cui barca fu il mezzo di salvezza per sé e la sua famiglia. Nell’iconografia paleocristiana, la nave diviene simbolo della Chiesa tra il mare tempestoso dalle persecuzioni, ma anche mezzo di salvezza e di redenzione per tutti gli uomini che vi fossero saliti “a bordo”.
- Cfr. Sonia Maffei, Linda Gandolfo, Valeria Masili, Assunta Spina, l. cit.. URL consultato il 10 marzo 2021.
- Cfr. Sonia Maffei, Linda Gandolfo, Valeria Masili, Assunta Spina, Oreficeria del Museo di Arte Sacra di Camaiore [Lucca], sezione Navicella: struttura, tecnica e funzione, su MASC Museo d'Arte Sacra di Camaiore.
- ^ Cfr. Emmanuele Rocco, Vocabolario domestico italiano per ordine di materie compendiato dai lavori di Carena, Guacci e Taranto, Melga, Fanfani, Ec., Napoli, Domenico e Antonio Morano, 1869, p. 208.
- ^ Cfr. Sonia Maffei, Linda Gandolfo, Valeria Masili, Assunta Spina, Oreficeria del Museo di Arte Sacra di Camaiore [Lucca], sezione Navicella: struttura, tecnica e funzione, su MASC Museo d'Arte Sacra di Camaiore, che aggiungono che le prime attestazioni che indicano l’impiego di un apposito cucchiaino per prendere i grani di incenso e deporli nel turibolo, risalgono ad alcuni inventari francesi, e sono datate già al X-XI secolo.
- ^ Esempi significativi: la navicella di forma circolare, in pietra tenera e argento, realizzata nel Basso Medioevo, nel Tesoro della Basilica di San Marco a Venezia (Meraviglie di Venezia, Navicella da incenso su Meraviglie di Venezia, URL consultato il 10 marzo 2021); la navicella in argento sbalzato e cesellato, di manifattura ligure, del XV secolo, proveniente dalla soppressa abbazia di San Girolamo della Cervara di Santa Margherita Ligure, ora nel Museo diocesano d'arte sacra di Chiavari (Genova); la navicella in argento dorato, sbalzato e cesellato con smalti, con minuziosi particolari sia dell'equipaggio che della attrezzatura; lavoro degli inizi del XVI secolo, conservata nella Basilica di Sant'Antonio di Padova.
- ^ Fuori delle celebrazioni, l'incenso va conservato in un recipiente ermeticamente chiuso allo scopo di mantenerne il profumo.
Voci correlate
| ]- Navicelliere
- Turibolo
- Incensazione
Altri progetti
| ]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla Navicella
- Oggetti liturgici cristiani
- Liturgia cattolica
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