Elia Pulcheria

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Elia Pulcheria
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Moneta di Pulcheria
Augusta dell'Impero romano
In carica414–453
Nome completoAelia Pulcheria
NascitaCostantinopoli, 19 gennaio 399
MorteCostantinopoli, luglio 453
Luogo di sepolturaChiesa di San Teonisto e Compagni Martiri
Dinastiacasata di Teodosio
PadreArcadio
MadreElia Eudossia
ConiugeMarciano
Santa Pulcheria
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Pulcheria in un'immagine oleografica
 

Imperatrice

 
NascitaCostantinopoli, 19 gennaio 399
MorteCostantinopoli, luglio 453
Venerata daChiesa cattolica, Chiesa ortodossa
Ricorrenza10 settembre

Elia Pulcheria (in latino Aelia Pulcheria; Costantinopoli, 19 gennaio 399 – Costantinopoli, luglio 453) fu imperatrice dell'impero romano d'Oriente dal 414, come reggente per il fratello minore, l'imperatore Teodosio II, e poi come moglie di Marciano, dopo la morte senza figli di Teodosio.

È venerata come santa dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa.

Biografia

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Appartiene alla Dinastia Teodosiana. Figlia di Arcadio e di sua moglie Elia Eudossia, e nipote dell'Imperatore Teodosio I il Grande, Pulcheria era sorella maggiore di Teodosio II. Quando questi salì al trono nel 408 era solo un bambino: la reggenza venne presa dal potente prefetto del pretorio Flavio Antemio, ma nel 414 Pulcheria, che conosceva greco e latino e aveva dimostrato notevole talento negli studi, divenne "Augusta" a soli 15 anni e assunse la tutela del giovane imperatore. Fece voto di castità, per evitare di essere obbligata a sposare un generale germanico, tra i quali, come primo pretendente, vi era l'alano Ardaburio Aspare.

Dal 416 Teodosio II iniziò a regnare da solo, ma sempre sotto la forte influenza della sorella. Nello stesso anno Pulcheria fece rimuovere al fratello tutti i pagani impiegati nell'amministrazione civile; ella era cristiana devota, e sotto la sua influenza sia Teodosio II che sua moglie Elia Eudocia si convertirono al Cristianesimo per cui il palazzo imperale assunse orari e rituali cristiani. Nel 421 Teodosio II dichiarò guerra alla Persia con la motivazione che Pulcheria aveva suggerito: la persecuzione da parte dei Persiani nei confronti dei cristiani. Pulcheria non si oppose invece all'Arianesimo, la forma di Cristianesimo esercitata dalle tribù germaniche.

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Solido in oro di Pulcheria che ne celebra il ventennale di regno
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Incisione sec XVII di Francesco Fanelli di solido di Pulcheria

Teodosio II inizialmente sostenne il patriarca di Costantinopoli Nestorio, ma Pulcheria, con l'aiuto del patriarca di Alessandria Cirillo, lo convinse a rimuoverlo dall'incarico; Nestorio fu esiliato nel 435. Pulcheria inoltre convinse suo fratello a cacciare gli Ebrei da Costantinopoli ed a distruggere le sinagoghe ivi edificate.

Nel 441 Crisafio, il cubicularius imperiale, convinse Teodosio II ad allontanare Pulcheria dal potere imperiale, anche se in pratica Crisafio prese semplicemente il posto di Pulcheria usando Teodosio II come un burattino. Per un periodo, Pulcheria si ritirò a vita privata nel palazzo dell’Ebdomon, posto alla periferia della capitale. Fra lei e il papa San Leone Magno, intercorse una fitta corrispondenza, per consolidare le norme del Concilio di Calcedonia e riguardo le eresie monofisite.

Nel 450, quando l'imperatore morì a soli 49 anni, per una caduta da cavallo, a Pulcheria fu permesso di ritornare a corte. Allora Crisafio e Pulcheria lottarono per il controllo del trono dopo la morte di Teodosio II. Pulcheria si alleò con gli ufficiali militari germanici, Aspare e Marciano, affermando che Teodosio II aveva dichiarato che Marciano sarebbe stato il suo successore. L'unione di Pulcheria con Marciano venne festeggiata in modo fastoso, con l'accordo che Marciano avrebbe rispettato il voto di castità di Pulcheria, ormai cinquantunenne.

Nel 451 Pulcheria contribuì ad organizzare il concilio di Calcedonia per condannare il nestorianesimo. Il Concilio inoltre condannò il secondo concilio di Efeso, del 449, che aveva sostenuto l'eresia monofisita dell'abate Eutiche, il quale fu deposto ed esiliato a Calcedonia. A Calcedonia Pulcheria riconobbe che Flaviano di Costantinopoli era morto da martire, perché aveva contrastato le dottrine che predicava Eutiche e perciò era stato ucciso dai sostenitori di questi. Il Concilio esaltò Pulcheria come la "nuova Elena", in riferimento a sant'Elena, madre di Costantino.

Pulcheria fu molto pia e fece costruire numerosi templi per la venerazione dei martiri, in numerosi monasteri, ospizi e ricoveri, a cui forniva una dote di sostegno, come la chiesa dei Quaranta martiri di Sebaste, in occasione della scoperta delle loro reliquie; si ricordano anche molte nuove chiese a Costantinopoli, molte delle quali consacrate alla vergine Maria. Fece giungere anche preziose reliquie dalla Palestina, come alcune gocce del latte della Vergine e del sangue di Cristo, un fuso per filare ritenuto di Maria e l’icona della Vergine dipinta da san Luca, che fece deporre solennemente nel santuario della Madre di Dio a Costantinopoli.

Pulcheria morì nel luglio del 453, lasciando Aspare come custode del trono di d'Oriente, su cui era seduto Marciano. Nel suo testamento lasciava tutti i suoi beni personali ai poveri.

L'Augusta fu sepolta nella Chiesa dei Santi Apostoli a Costantinopoli, in un'urna di porfido egiziano, come era d'uso per i membri della famiglia imperiale. L’imperatore Leone, successore di Marciano, in suo onore ne fece apporre sulla tomba l’immagine e fece trasportare in città le statue di lei e del marito Marciano, spostandole dal palazzo dell’Ebdomon. Il corpo venne disperso con la distruzione della chiesa.

Secondo una tradizione tarda, le spoglie di Pulcheria, dopo secoli di permanenza presso le Catacombe di Priscilla, nel 1671 ebbero definitiva sepoltura presso la Chiesa di San Teonisto e Compagni Martiri a Mogliano Veneto, ove giacciono a tutt'oggi.

Santa

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Pulcheria è venerata come santa dalla Chiesa cattolica e della Chiesa ortodossa. Nel Martirologio romano è ricordata il 10 settembre.

Bibliografia

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  • Georg Ostrogorsky, Storia dell'Impero bizantino,Torino, Einaudi, 1968.
  • R. Lilie, Bisanzio la seconda Roma, Roma, Newton & Compton, 2005, ISBN 88-541-0286-5.
  • John Julius Norwich, Bisanzio, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2000, ISBN 88-04-48185-4.
  • Charles Diehl, Figure bizantine, traduzione di Maria Stella Ruffolo, introduzione di Silvia Ronchey, Torino, Einaudi, 2007 [1927], ISBN 978-88-06-19077-4, OCLC 799807274.
  • C. Angelidi, Pulcheria. La castità al potere (399-455), Milano, Jaca Book, 1996, ISBN 978-88-16-43505-6

Altri progetti

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  • image Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Elia Pulcheria

Collegamenti esterni

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  • (EN) Pulcheria, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
  • (EN) Pulcheria, in Cyclopædia of Biblical, Theological, and Ecclesiastical Literature, Harper.
  • Pulcheria, su enciclopediadelledonne.it, Enciclopedia delle donne.
  • (EN) Pulcheria, in Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company.
  • Pulcheria, su Santi, beati e testimoni, santiebeati.it.
  • (EN) Monete emesse con l'effigie di Pulcheria, su wildwinds.com.
Predecessore Imperatrice consorte bizantina Successore
Elia Eudocia 450–453 Verina
Controllo di autoritàVIAF (EN) 59880313 · ISNI (EN) 0000 0000 5539 2911 · CERL cnp01004986 · LCCN (EN) n2002035675 · GND (DE) 118793675 · J9U (ENHE) 987007293277505171
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